Manufatto:
torre
Localizzazione:
fraz.
Parravicino, loc. Villa Lado, via Beltramino dei Parravicini
su collina digradante verso Piano d'Erba e il
lagodi
Alserio
Datazione:
XIII secolo
Interpretazione:
elemento superstite di un
castello dei Parravicini
Descrizione:
Torre a pianta
quadrata realizzata con blocchi regolari di pietra, priva di aperture.
La struttura,
leggermente inclinata, è parte del castello che, a metà del XIII secolo,
venne innalzato
per volontà di
Fabrizio Parravicini sulle rovine di una preesistente struttura, datata al X
secolo, i cui resti sono visibili nel basamento di blocchi di pietra squadrata
su cui poggia la torre.
Contestualmente
al castello lo stesso committente fece realizzare l'Oratorio di San Bartolomeo,
dedicato alla memoria del padre Beltramo Parravicini.
Nel corso del XV
secolo il castello fu demolito dai Milanesi che lasciarono solo la torre quale unico
elemento residuo: conosciamo la vicenda della demolizione del castello
attraverso il racconto fatto nel XVII secolo dal notaio Baldassarre Parravicini
in un suo testo manoscritto.
Sulla base di
quanto riportato da Fernanda Isacchi nel suo contributo “Castelli e rocche
medioevali nel Pian d'Erba” (1982), nel manoscritto si racconta che i
Milanesi distrussero il castello ma, non riuscendo a demolire la torre, allora
“levarono dal piede verso la parte di mezzogiorno circa tre braccia di mura”.
Di seguito tolsero alcuni blocchi di pietra dagli altri lati della torre
tentando di farla crollare, ma non vi riuscirono e la lasciarono quindi
pendente.
Successivamente
attorno ai resti del castello si sviluppò il nucleo più antico di una villa dei
Parravicini che rimasero proprietari del complesso fino al 1811, anno della
morte dell'ultimo erede, don Luigi Parravicini, che lasciò in eredità la
villa-castello a don Giuseppe Annoni.
A metà del XIX
secolo la villa-castello assunse l'aspetto attuale: il complesso venne
acquistato nel 1869 dalla famiglia Belgiojoso; nel 1948 passò alla famiglia
Lado-Gavazzi.
Oggi la torre,
ancorché pendente, risulta elevarsi su un basamento perfettamente diritto, e
ciò è dovuto agli interventi di restauro e consolidamento effettuati tra XIX e
XX secolo anche all'interno della struttura dove, ricorda Fernanda Isacchi, è
visibile “una volta a crociera con quattro pennacchi negli angoli e tutto
l'insieme ha un aspetto abbastanza artistico” (Isacchi 1982, p. 41).
La torre è stata datata al XIII secolo sulla base
delle osservazioni effettuate in occasione del Censimento dei Castelli
della Lombardia,pubblicato nel 1991 da Regione
Lombardia (Settore Cultura e Informazione – Servizio Musei e Beni
Culturali) a cura di F.Conti, V. Hybsch, A.Vincenti dell'Istituto Italiano dei Castelli.
Nel 2006, nell'ambito del progetto Lombardia Beni
Culturali (portale unificato del patrimonio culturale lombardo a cura di Regione
Lombardia e Università degli Studi di Pavia),
la torre è stata presa in considerazione all'interno della scheda realizzata, a
cura di Michela Catalano, sul complesso ottocentesco di Villa Lado; la scheda
con indicazione del vincolo ministeriale è stata poi rivista nel 2009 a cura di
Maria.Galli.
Ad oggi non risultano essere state effettuate
indagini sugli alzati della torre.
Sul fronte delle indagini archeologiche si segnala
che nel 1918, in occasione di lavori di scavo nel prato a ridosso della base
della torre, è stato rinvenuto un masso avello in gneiss granitoide che era stato
scavato per ricavare una tomba monumentale.
Al suo interno sono state trovate ossa umane
che Antonio Magni nel 1922, dalle pagine
della Rivista dell'Antica Provincia e Diocesi di Como, riferiva
ad epoca medievale, quando la tomba monumentale in masso avello, che lui
considerava di epoca romana, venne aperta e riutilizzata allorché nelle sue
vicinanze vennero realizzate due tombe in cassa litica per sepolture ad
inumazione.
Sulla base degli studi che Giancarlo Frigerio ha
effettuato a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, la tomba in masso
avello di Parravicino andrebbe più correttamente datata ad epoca altomedievale
(fine V-fine VI sec.), come gran parte dei massi avelli del Comasco scavati per
uso funerario.
Bibliografia e
sitografia essenziale (a cui si
rimanda per bibliografia e sitografia precedente)
AA.VV., Il Triangolo Lariano, a cura di Istituto
per la Storia dell’Arte Lombarda, Como 2002, pp. 128-129.
AA.VV., Torri, Rocche, Fortezze e Castelli nel
Triangolo Lariano, a cura di Associazione Appuntamenti Musicali nel
Triangolo Lariano (DVD con immagini e schede), Como 2008.
AA.VV., Torri e Castelli del Triangolo Lariano
(carta itineraria), Como 2009.
Conti F., Hybsch V., Vincenti A., I castelli della Lombardia, Province di Como, Sondrio, Varese,
Novara 1991, p. 70.
Frigerio F., I massi avelli del Comasco eda altre
notizie archeologiche del territorio di Torno, Torno 2010, pp. 36, 53.
Isacchi F., Castelli e rocche medioevali nel Pian
d’Erba, in Quaderni Erbesi, IV (1982), pp. 37-44.