il laghetto di crezzo
Laghetto di Crezzo
Barni, Lasnigo

Il Laghetto di Crezzo, nell'omonima conca a circa 795 m di quota, in comune di Lasnigo è un piccolo ambiente umido ancora ben conservato, inserito in un contesto paesaggistico molto suggestivo, circondato dal verde delle montagne e con una vista spettacolare sull'imponente massiccio della Grigna e sul sottostante lago di Como. È raggiungibile sia da Lasnigo, risalendo lungo il torrente Lambretto, sia da Barni, con un percorso meno ripido, ma un poco più lungo. 

Ha una superficie media di circa 10.600 mq e una profondità massima compresa tra 1,60 e 2,50 m circa. Va comunque evidenziato che il suo regime idrologico è fortemente variabile, condizionato dalle precipitazioni che ne determinano notevoli variazioni dell'estensione e della profondità massima. Come tutti gli specchi d'acqua, specie se di limitate dimensioni e profondità, il laghetto di Crezzo piano piano si sta naturalmente evolvendo verso un progressivo impaludamento, che porterà alla chiusura del bacino e alla formazione di prati molli torbosi. Una delle emergenze naturalisticamente più interessanti di questo ambiente è la tipica vegetazione acquatico-palustre che circonda il bacino, tra cui anche specie molto particolari come la pianta carnivora dai fiori violacei Pinguicola vulgaris, detta erba unta comune. Questa specie è in grado di catturare piccoli insetti, con la secrezione adesiva delle foglie basali a rosetta, che poi si rinchiudono per "digerire" la preda.
Altre piante particolari, legate agli ambienti umidi e paludosi sono le Orchidacee elleborine palustre (Epipactis palustris) e orchide palmata (Dactylorhiza incarnata). La specie di gran lunga dominante che colonizza gran parte del laghetto (ad eccezione delle zone a maggiore profondità) è l'alta e slanciata canna di palude, con il caratteristico pennacchio a bandiera. Il canneto si sviluppa lungo tutta la cintura perimetrale del bacino, con potenza di alcuni metri; accompagnano la canna modesti aggruppamenti di tife o mazzasorde, dalle inconfondibili infiorescenze femminili cilindriche, marroni a maturità. Da sottolineare è l'importantissima azione depurativa che la canna palustre svolge in questi ambienti, sottraendo grandi quantità di nutrienti (azoto e fosforo) dalle acque e riducendone la carica batteriologica. In una buona porzione del bacino, verso la scarpata stradale, alle spalle del canneto si può osservare il cariceto, con alcune specie di carici, piante che formano caratteristici grossi cespi rialzati dal suolo, quando il livello dell'acqua è più basso. Il cariceto era legato in passato all'attività dell'uomo, che ne provvedeva allo sfalcio, favorendone il rinnovo. Per quanto riguarda il popolamento faunistico, i rappresentanti più interessanti sono indubbiamente gli Anfibi, naturalmente legati agli ambienti umidi, come la salamandra, il tritone alpestre, la rana temporaria e il rospo comune. Tra i rettili sono presenti i ramarri, le lucertole muraiole e qualche vipera. Il pettirosso, il merlo, il picchio verde e il cannareccione sono gli uccelli più rappresentati; tra i Mammiferi si segnalano invece il topolino domestico, il topolino selvatico, le arvicole, la talpa, la donnola, la volpe e, in seguito all'immissione, il cinghiale.

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