Il Buco del Piombo - Copertina
  • Buco del Piombo - Mappa
  • Capelvenere - Adiantum capillus-veneris
  • Cortile del Civico Museo di Erba
  • Il Buco del Piombo
  • Il masso avello proveniente da Magreglio
  • Il solco della Valle Bova
  • Stillicidio d'acqua sulle rocce della Valle Bova
  • Alle spalle di Erba si estende la Valle Bova
Il Buco del Piombo
Albavilla, Erba

Volgendo lo sguardo dal Pian d’Erba verso i monti, in direzione Nord, appare evidente un solco vallivo piuttosto impervio, la valle Bova, fiancheggiato da una parete rocciosa strapiombante al centro della quale si apre l’ingresso di una grande caverna: il Buco del Piombo.
Si tratta di una delle grotte più famose di tutta la Lombardia, un vero e proprio museo naturale all’aperto, che presenta molteplici motivi di interesse.
Dal punto di vista geologico il Buco del Piombo è scavato quasi totalmente nel calcare detto Maiolica, formazione sedimentaria di origine marina depositatasi sul fondo di un antico oceano durante l’ultimo periodo dell’era Mesozoica, il Cretaceo (140 - 65 milioni di anni fa). Si tratta di una roccia calcarea bianca compatta e ben stratificata, che presenta inclusioni di selce, una roccia silicea. La denominazione della grotta può essere ricondotta probabilmente al fatto che la roccia, in origine bianca, è invece ricoperta da una caratteristica patina di colore grigio-plumbeo, dovuta all’alterazione del calcare.
La formazione di questa cavità è legata a fenomeni di tipo carsico, determinati dall’azione “corrosiva” delle acque piovane - rese aggressive dalla presenza di anidride carbonica disciolta - sulle rocce calcaree facilmente fratturabili ed erodibili che costituiscono l’ossatura geologica del Triangolo Lariano. Questa incessante opera ha portato, nel corso dimilioni di anni, alla formazione di un intrico di gallerie che si snodano sotto il pianoro dell’Alpe delViceré. L’insieme di tali gallerie costituisce appunto il complesso carsico “Alpe del Viceré - Buco del Piombo”, ancora non del tutto esplorato. L’ingresso del Buco del Piombo è imponente e scenografico sia per le dimensioni sia per il selvaggio contesto nel quale è collocato. Paragonabile per dimensioni al Duomo di Milano, misura 45m di altezza e 38m di larghezza, ed è occupato per buona parte da una coltre di detriti, residui di un vecchio riempimento e dai ruderi di antiche strutture costruite dall’uomo. L’esame di un reperto della campagna di scavi archeologici del 2002, effettuato tramite il metodo basato sul carbonio C14, ha permesso di datare al VII secolo le costruzioni inserite nella caverna.
Anche l’interno della grotta è un ambiente molto particolare; le acque di scolo sulle pareti e sulla volta contengono sali minerali calcarei che si depositano dando origine a stalattiti, stalagmiti e complicate concrezioni levigate. La grotta è colonizzata da una caratteristica microfauna, costituita da forme tipicamente cavernicole, cioè strettamente adattate a questo ambiente, tra cui Planarie, piccoli Crostacei, Miriapodi, e, tra gli Insetti, alcuni Collemboli e Coleotteri Carabidi.
Uno dei motivi di maggiore notorietà del Buco del Piombo è legato al ritrovamento del cosiddetto “Banco degli orsi”, un notevole accumulo di ossa dell’ Ursus spelaeus, Mammifero plantigrado estintosi attorno a 18.000- 20.000 anni fa durante l’ultima avanzata glaciale. Ma anche l’uomo, nei secoli, ha lasciato le sue tracce in questa grotta. Durante il Paleolitico Medio e Superiore, gruppi di cacciatori nomadi frequentarono seppur saltuariamente il Buco del Piombo: ne sono testimonianza numerosi manufatti litici (prevalentemente schegge in selce) ritrovati all’interno. Nel vestibolo, a più riprese, sono stati inoltre rinvenuti frammenti ceramici ed altri materiali di epoca romana (sec. IVVI d.C.) e medioevale, quando la grotta fu fortificata con la costruzione di un ampio fabbricato che ne sbarrava l’ingresso. Il Buco del Piombo infatti fu più volte utilizzato come rifugio dagli abitanti di Erba durante le ripetute vicende belliche che travagliarono la zona nel Medioevo, oppure come ricovero provvisorio per sfuggire a pestilenze. La tradizione popolare ricorda come nel 1160 gli erbesi vi si sarebbero ritirati dopo aver vinto la battaglia di Carcano contro il Barbarossa; lo stesso avrebbe fatto il nobile cavaliere Guelfo Parravicini nel 1316 per stendere il suo testamento. La grotta fu meta di studiosi e visitatori fin dal secolo XIX, tra cui si ricorda in particolare la regina Margherita di Savoia.
Nell’intento di tutelare meglio la grotta e di gestirne in modo più appropriato gli aspetti turistici, nel 1998 è stata creata un’associazione Onlus che tutt’ora si occupa della sua valorizzazione e della fruizione al pubblico. Nel 2007 la Regione Lombardia ha riconosciuto il Buco del Piombo come “Sito di Interesse Archeologico e Ambientale”; sempre nello stesso anno, il medesimo Ente ha dichiarato la Valle Bova “Riserva Naturale parziale geologica, idrogeologica e paesistica”, affidandone la gestione al Comune di Erba.


COME ARRIVARE
Il Buco del Piombo è raggiungibile sia da Albavilla che da Erba seguendo diversi sentieri. Da Albavilla si può raggiungere in auto o a piedi la località “Alpe del Viceré” (903m; ampio parcheggio); qui inizia una comoda strada sterrata in discesa che porta al Buco del Piombo (ore 0,45). Sempre da Albavilla, piazza Fontana, si può seguire in auto la segnaletica “Trattoria Alpina - Buco del Piombo ” e parcheggiare alla località “Zoccolo”. Da lì una passeggiata pianeggiante nel bosco conduce alla grotta (ore 0,20).
Partendo da Erba invece, dai pressi di Villa Amalia (piazza G.B. de la Salle; possibilità di parcheggio), si imbocca l’asfaltata via Buco del Piombo e, seguendo le frecce “Buco del Piombo - Trattoria Alpina”, si sale per una larga mulattiera selciata. Dopo aver oltrepassato la trattoria Alpina e la Trattoria Zoccolo, si giunge alla scalinata composta da 150 gradini che porta all’ingresso della grotta (ore 1,00).
In alternativa, dal parcheggio di Villa Amalia si può prendere il sentiero che parte dalla trattoria Cà Nova (via dei Castani) e sbuca a dieci metri dall’ingresso della grotta. Questo sentiero è riservato agli esperti (ore 0,50).


GRADO DI DIFFICOLTÀ
Elementare.
La grotta è visitabile all’interno per circa 300 metri. Le visite sono esclusivamente guidate con ampie spiegazioni sugli aspetti della grotta (€6 adulti, €5 ridotti). È obbligatorio l’uso di scarponcini da montagna, robusti ed impermeabili.
La grotta è aperta al pubblico dalla prima domenica di aprile all’ultima di ottobre, nei giorni di sabato (dalle ore 14 alle 18) e domenica (dalle ore 10 alle 18).
Nel mese di agosto la grotta è visitabile tutti i pomeriggi dalle 14 alle 18. Per i gruppi organizzati di almeno 20 persone è possibile la visita in ogni giorno dell’anno, previa prenotazione. Per informazioni ci si può rivolgere alla segreteria del “Buco del Piombo”.


ESCURSIONI NELLA ZONA
Dal Buco del Piombo (695 m), mediante un agevole sentiero in salita, si può raggiungere l’Alpe del Vicerè (903 m; ore 1), base ideale per molte escursioni lungo la dorsale del Tringolo Lariano.


DA VEDERE NEI DINTORNI
Il Civico Museo di Erba
Istituito nel 1961 e rinnovato nel 1999, il Civico Museo di Erba, ospitato presso la Villa Comunale di Crevenna, occupa un ruolo importante nell’Alta Brianza e nel Triangolo Lariano oltre che per la conservazione dei reperti paleontologici e archeologici di provenienza locale, anche per la tutela del patrimonio storico e culturale del territorio. In particolare, nelle sue sale si può ammirare un’interessante collezione di Ammoniti provenienti dall’Alpe Turati, una delle zone del Triangolo Lariano più interessanti dal punto di vista paleontologico, scoperta fin alla metà dell’Ottocento e diventata rapidamente celebre grazie alle raccolte dell’abate Antonio Stoppani. Da allora la zona è stata oggetto di numerosi studi, culminati in una serie di scavi promossi proprio dal Museo negli anni 1998 – 2000 e svolti dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Milano. Nelle vetrine sono conservati anche alcuni resti dell’Orso delle caverne provenienti dal Buco del Piombo. Per quanto riguarda l’archeologia, di notevole interesse sono i reperti preistorici del Neolitico, dell’Età del Bronzo e del Ferro e del periodo romano, tutti rinvenuti nella zona di Erba e del Triangolo Lariano. Completano il patrimonio museale altri oggetti del periodo longobardo e dell’età Moderna. Nel cortile del Museo sono conservati alcuni sarcofagi con relative coperture, macine in pietra e due massi avelli, ovvero massi erratici in cui è stata scavata una tomba: uno in ghiandone, proveniente da Fraino di Asso e uno in serpentino, ritrovato a Magreglio. Tra le attività del Museo, si segnalano anche visite guidate su prenotazione, laboratori didattici e conferenze tematiche.


INDIRIZZI UTILI

Indietro
Vedi anche
I corni di Canzo e la Val Ravella - Copertina
I Corni di Canzo e la Val Ravella
Un Triangolo da Scoprire
Canzo, Valbrona
I Funghi di Rezzago - Copertina
I Funghi di Rezzago
Un Triangolo da Scoprire
Rezzago
I Massi Erratici e gli Avelli di Torno - Copertina
I Massi erratici e gli Avelli di Torno
Un Triangolo da Scoprire
Blevio, Torno
Laghetto di Crezzo - Copertina
Il Laghetto di Crezzo
Un Triangolo da Scoprire
Barni, Lasnigo
lago del segrino copertina
Il Lago del Segrino
Un Triangolo da Scoprire
Longone al Segrino
Il Monte Cornizzolo - Copertina
Il Monte Cornizzolo
Un Triangolo da Scoprire
Canzo, Eupilio, Longone al Segrino, Pusiano
Il Monte San Primo - Copertina
Il Monte San Primo
Un Triangolo da Scoprire
Civenna, Lezzeno, Sormano, Veleso, Zelbio
Il Pian del Tivano - Copertina
Il Pian del Tivano
Un Triangolo da Scoprire
Nesso, Sormano, Zelbio
Il Sasso Malascarpa - Copertina
Il Sasso Malascarpa
Un Triangolo da Scoprire
Canzo
Il Torrente Cosia - Copertina
Il Torrente Cosia e la sua valle
Un Triangolo da Scoprire
Albavilla, Albese con Cassano, Tavernerio
La Sorgente del Lambro - Copertina
La Sorgente del Lambro
Un Triangolo da Scoprire
Magreglio
L'Alpe del Viceré - Cartina
L'Alpe del Viceré
Un Triangolo da Scoprire
Albavilla