I “Funghi di terra” di Rezzago (secondo il dialetto locale“Fung de tera”) sono delle curiose
architetture naturali che si trovano sul fianco destro del vallone percorso dall’omonimo
torrente, affluente del Lambro.
Queste strutture geomorfologiche, note anche con il termine scientifico di “Piramidi di
erosione”, hanno origine dal progressivo dilavamento, prodotto dalle acque piovane, dei
depositi morenici, abbandonati dai ghiacciai quaternari al loro ritiro.
Nella conca di Rezzago - scavata entro formazioni calcaree sedimentarie mesozoiche
- è presente un notevole riempimento di materiale morenico, caratterizzato da una
mescolanza caotica di grossi massi e ghiaie, dispersi in una matrice sabbioso-limosa
molto friabile, con elementi calcarei prealpini misti ad altri di origine alpina (serizzo,
ghiandone, serpentinite), testimonianza degli ultimi eventi glaciali (in particolare di
quello più recente, il cui massimo è datato attorno a 20.000 anni fa).
Le acque piovane che scorrono sul pendio, con la loro azione erosiva, asportano facilmente
soprattutto il materiale più minuto,ma sono costrette a deviare il loro corso in
corrispondenza dei blocchi di maggiori dimensioni. In questo modo le pietre più grosse
proteggono il materiale sottostante dall’azione delle acque dilavanti, dando così origine
ai “Funghi di terra”, ovvero
forme colonnari di terra
compattata (il “gambo”) sovrastate
da un masso, che
funge da “cappello”. Con il
passare del tempo queste
strutture si allungano e si assottigliano
sempre di più,
finché, crollato il “cappello”
che le proteggeva, rimane la
colonna di materiale minuto,
rapidamente erosa dagli
agenti atmosferici. Nel frattempo,
per lo stesso processo,
può ricominciare la
formazione di nuovi “Funghi”,
come è ben visibile in
alcuni punti del vallone di
Rezzago, dove affiora il deposito
morenico.
La formazione di queste strutture
è un evento piuttosto eccezionale,
che avviene unicamente
dove l’interazione tra diversi fattori
geologici e climatici crea
condizioni particolarmente favorevoli.
Nella nostra regione possiamo
trovarne altri esempi a
Zone (BS) e a Postalesio (SO). Il
fenomeno assume denominazioni
locali molto varie: in Valle
d’Aosta vengono detti “
Muraglie
del diavolo
”, nel cuneese “Ciciu”
(pupazzi), nel bresciano “
Grote”
(luoghi scoscesi), in Trentino
“
Omeni”; in Francia i nomi sono più suggestivi, come“Fees”(Fate),“Nonnes”(Monache),
“
Demoiselles coiffees” (signorine incappucciate). In molte zone delle Alpi la fantasia
popolare ha elaborato storie e leggende di Santi, diavoli, folletti,maghi e streghe per
attribuire al fenomeno origini soprannaturali.
La zona è occupata da un bosco di latifoglie miste con Carpini neri (Ostrya carpinifolia),
Frassini (
Fraxinus excelsior), qualche
Tiglio (
Tilia sp.) e Quercia (Quercus
sp.
), Noccioli (Corylus avellana).
La Regione Lombardia nel 2003 ha
istituito il “Monumento Naturale
Funghi di Terra di Rezzago”, indicando
come Ente Gestore la Comunità Montana Triangolo
Lariano, che
si avvale della collaborazione del
Comune di Rezzago, secondo modalità
stabilite da un’apposita convenzione.
GRADO DI DIFFICOLTÀ
Medio.
Si consiglia la visita a partire dalle
scuole medie. Durante la visita è opportuno
prestare particolare attenzione, a causa della
natura friabile del materiale morenico e dell’esposizione
di alcuni tratti. Si raccomanda di
non uscire dal sentiero tracciato e di indossare
scarponcini robusti ed impermeabili.
COME ARRIVARE
Per raggiungere i “Funghi” si scende dal paese di Rezzago (654 m), in direzione della trattoria Belvedere, al
fondo della valle detta “dei Morti”. Si attraversa poi il
torrente Rezzago, arrivando ad una radura in cui sorge
una chiesetta (detta dell’
ex-Lazzaretto o della “Madonna dei Morti”) a ridosso di un enorme masso erratico.
La costruzione risale probabilmente ai secoli XVII-XVIII per commemorare i defunti della peste di manzoniana memoria.
Dietro questa cappella parte un ripido sentiero lungo il corso del torrente, con alcune deviazioni segnalate
che portano a vedere da vicino queste strutture, alcune ben formate e particolarmente interessanti (ora
ridotte a due, dopo il recente crollo di un terzo Fungo), altre più modeste e ancora nei primi stadi di formazione.
Al termine del percorso si giunge ad un pianoro con il magnifico
castagneto di Enco, uno dei più famosi del Triangolo
Lariano, già riportato nelle mappe del Catasto Teresiano (1721). Qui sopravvive in forme “moderne” un diritto
di antichissima origine (probabilmente addirittura germanica), lo“
ius plantandi”, secondo il quale gli abitanti
possono disporre della proprietà di alberi coltivati su suolo pubblico. Infatti sui tronchi di molti castagni rimangono
ancora tracce dalla numerazione che ne identifica la proprietà.
Da qui, dopo una sosta alla vicina Cascina Enco (ex Rifugio Marinella, oggi Azienda Agricola Salvatore Binda) (787
m; ore 1), si può ritornare a Rezzago seguendo la strada asfaltata che attraversa il castagneto.
ESCURSIONI NELLA ZONA
Dal pianoro di Enco, scendendo verso Rezzago, in prossimità di Cascina Braga (un rustico ricovero
aperto con un camino e panche in pietra), si può imboccare a sinistra il sentiero che porta
alla Cà della Volta e da qui, attraverso la Bocchetta di Palanzo (1219m), con un ripido tratto su
cresta erbosa, si arriva al
Monte Palanzone (1433 m; ore 3), oppure al sottostante Rifugio
Riella
(1275 m). Caratterizzata dalla cappelletta a forma di piramide che spicca sulla vetta,
questa cima attira gli speleologi per le vicine grotte Guglielmo e Bull. Dal Monte Palanzone si
gode una splendida vista su tutto il primo bacino del lago di Como.
DA VEDERE NEI DINTORNI
Il paese di Rezzago
Una leggenda narra che Rezzago fu
la dimora del mitico re Ago (“
Rex
Agus
”), che diede il nome al paese.
Secondo altri autori, il nome di Rezzago
deriverebbe con più probabilità
da “
Retorum Pagus” ovvero
villaggio dei Reti, popolazioni celtiche
calate dalle regioni nordiche.
Attorno all’anno Mille, durante il
periodo delle lotte feudali, a Rezzago
venne costruita una struttura
fortificata, della quale sono ancora
visibili i ruderi. Ma degna di nota è
soprattutto la
Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, che sorge ai limiti dell’abitato accanto al cimitero
e rappresenta uno dei più notevoli esempi di architettura romanica della zona. Edificata
nel secolo XII sui resti di un più antico luogo di culto (di cui sono state ritrovate le tracce
durante gli interventi di restauro), sul fianco destro presenta un elegante campanile con quattro
ordini di bifore; all’interno si possono osservare notevoli affreschi del secolo XVI attribuiti al
pittore tornasco Andrea de Passeris.
Rezzago, ora apprezzato centro turistico estivo, ha conservato il suo nucleo storico medioevale,
con le case in pietra a vista addossate le une alle altre e le strette e contorte stradine lastricate,
dove si possono ancore respirare atmosfere dell’antico borgo“di una volta”.
INDIRIZZI UTILI
-
COMUNE DI REZZAGO
via S. Valeria 43, Rezzago; tel. 031.667012;
e-mail:
comunerezzago@libero.it -
COMUNITÀ MONTANA TRIANGOLO LARIANO
via Vittorio Veneto 16, Canzo;
tel. 031.672000; e-mail:
info@cmtl.it; sito internet: www.triangololariano.it
- AZIENDA AGRICOLA SALVATORE BINDA (ex – Rifugio Marinella)
località Enco,
Rezzago; tel. 031.667112
-
RIFUGIO RIELLA AL PALANZONE
Faggeto Lario; tel. 031.378600.