Frazione/Località
Albese
Origine
Secentesca.
L’anno di fondazione, 1679, è riportato su una lapide della
facciata: “16☩79 in
nomine domini die novenbre”. La
cappella, annessa all’attigua villa Parravicini di Persia, fu realizzata in
stile barocco tra il 1679 e il 1682 per volere di Paolo Parravicini di Persia
(come ricordato da una targa posta in controfacciata di fianco alla porta
d’ingresso); vi si tenevano principalmente le funzioni private della famiglia
ma, sin dall’origine, fu adibita all’uso pubblico della comunità di Albese. Nel
1927, alla morte di Ida Parravicini di Persia, l’edificio fu ceduto al comune
di Albese con Cassano e oggi ospita una casa di riposo.
Recentemente, la villa e l’oratorio sono
stati oggetti di un restauro che ha in parte ripristinato l’aspetto primitivo.
Descrizione esterna
La pratica riguardante l’erezione della cappella, conservata presso l’Archivio
Storico Diocesano di Milano, testimonia (grazie
al disegno a penna allegato) che la facciata non è stata
portata a compimento come da progetto previsto. Essa è molto semplice con il
portale sormontato da un’apertura murata e da una finestra ancora esistente;
alla sommità, il timpano è decorato con il sole raggiato che racchiude il
trigramma. Due lati dell’edificio risultano annessi alla struttura del giardino
e della villa Parravicini di Persia.
Descrizione interna
Dal documento citato in precedenza si può inoltre evincere che la
pianta dell’oratorio non ha subito modifiche nel corso degli anni, nonostante
diversi lavori di restauro durante il XIX e il XX secolo (l’ultimo dei quali da
poco concluso). L’aula presenta un’unica navata ed un’unica campata; il
presbiterio, di dimensioni minori, si apre a destra verso la sacrestia,
attraverso la quale si accede alla villa.
L’edificio è dotato di un ricco apparato
decorativo al suo interno, contemporaneo alla costruzione: stucchi (festoni e
putti) ed affreschi si alternano armoniosamente in quello che può essere
considerato uno dei maggiori esempi di arte barocca del territorio del
Triangolo Lariano.
Procedendo
dall’ingresso verso destra, si incontrano Sant’Apollonia,
con la palma del martirio, e Sant’Antonio
da Padova; una peculiarità: al di sotto di questa figura (e di quella di
fronte) è tornato alla luce, durante i recenti restauri, il disegno
preparatorio. Tra i due santi, ad un livello superiore, è collocato un
balconcino, dal quale la famiglia assisteva alle sacre funzioni.
Il presbiterio, la cui
volta è ornata da un tondo con Dio Padre
e da due riquadri con Angeli, ospita
una pala d’altare raffigurante la Visitazione
di Maria ad Elisabetta, probabilmente
antecedente la costruzione dell’oratorio. È incorniciata da una finta
architettura a trompe l’oeil, formata da colonne corinzie unite da una
trabeazione; tale architettura richiama quella interna al quadro: Maria sta
salendo alcuni gradini, alla cui sommità sono disposte quattro colonne. Questa
composizione si ispira al celebre modello della Visitazione di Federico Barocci, conservata presso la chiesa di
Santa Maria in Vallicella a Roma, realizzata negli anni Ottanta del XVI secolo.
Sulla parete sinistra
dell’aula, San Carlo Borromeo e Sant’Agata, con i seni posati sul
vassoio, sono speculari ai due santi citati poco sopra.
Sulla volta un
riquadro in stucco incornicia la Gloria
di sant’Elisabetta: la santa, il cui
volto non è conservato, è portata in cielo da una schiera di angeli.
Bibliografia
Villa Parravicini,
relazione di restauro a cura di F. Repishsti, dattiloscritto, s. d. (ante
2009), conservato presso la Villa Parravicini di Persia ad Albese con Cassano.
v. longoni, Immagini della devozione nel Triangolo
Lariano, Canzo, 2000
c. meroni, Antichi edifici religiosi del Triangolo
Lariano, Varese, 2011
Accessibilità
Altro.