Origine
Sconosciuta.
Si suppone che la primitiva struttura, di cui non si hanno notizie
certe, fosse costituita solo dall’attuale presbiterio e che, in un’epoca
successiva (probabilmente tra il XV il XVI secolo), fu aggiunta l’aula.
Fu sede
dell’omonima confraternita e, successivamente, della confraternita della
Madonna del Rosario.
Descrizione esterna
L’edificio, in posizione sopraelevata rispetto al piano stradale,
sorge a fianco della chiesa parrocchiale del paese, dedicata ai Santi Quirico e
Giulitta.
La semplice
facciata a capanna, con portale e tre finestre, è interamente ricoperta da un
affresco eseguito nel 1868 dal pittore Costantino Lurati. La scena, inquadrata
in un’architettura di cui sono visibili due colonne e i piedritti della volta,
rappresenta l’Annunciazione: vi
assistono Dio Padre (alla sommità della facciata) e due sante.
A sinistra sorge
il campanile.
Descrizione interna
L’interno è caratterizzato da un’aula ad unica navata, divisa in due
campate, alla quale si innesta il presbiterio con copertura a volta a crociera;
lo stesso tipo di volta lo si ritrova nelle campate dell’aula.
Conserva
interessanti affreschi: in origine, il ciclo doveva essere molto più esteso di
quello attuale, come dimostrano i lacerti di dipinti presenti in diverse parti
dell’oratorio, per esempio sulla parete di fondo del presbiterio e sulla parete
destra dell’aula. Molte pitture furono nascoste dalla campagna decorativa
secentesca che rivestì le superfici di stucchi.
A destra dell’ingresso si nota un primo affresco cinquecentesco, raffigurante
la Madonna del Rosario; il dipinto
rispecchia la tipica iconografia del soggetto: la Vergine ed il Bambino,
accompagnati da una schiera di Angeli e da Dio Padre, offrono la corona del
Rosario a san Domenico e a santa Caterina da Siena; la scena principale è
circondata da tondi che racchiudono i Misteri
del Rosario. Quest’opera subì, in un’epoca imprecisata, ridipinture che ne
alterarono l’aspetto originario.
Inferiormente
sono visibili frammenti di un affresco precedente.
Il presbiterio è riccamente ornato da stucchi a motivi floreali e putti alati
che, in parte, hanno celato la decorazione preesistente, databile tra la fine
del Quattrocento e l’inizio del secolo successivo. Essa si può comunque
osservare nelle lunette destra e sinistra, mentre quella della parete di fondo
è andata irrimediabilmente persa (si notano solo dei frammenti di una Crocifissione). Le scene superstiti,
attribuite da alcuni studiosi ad Andrea De Passeris, rappresentano l’Annunciazione (racchiusa in una cornice
architettonica) e la Deposizione di
Cristo nel sepolcro.
Le fonti,
l’ultima della quali risalente al 1911, ricordano la presenza nella piccola
chiesa di un polittico risalente al XVI/XVII secolo, probabilmente proveniente
dalla chiesa parrocchiale, polittico che, attualmente, risulta disperso.
Bibliografia
c. garagnani,
Lezzeno. Note storiche artistiche
culturali leggende e documenti, Milano, 1990
c. meroni, Antichi edifici religiosi del Triangolo
Lariano, Varese, 2011
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