Origine
L’origine della chiesa di Santa Marta è sconosciuta. Sicuramente risale a prima
del XV secolo quando fu ricordata come cappellania affidata ai canonici di
Incino; fu dedicata a santa Marta nel 1612.
Tra il
Cinquecento ed il Settecento, gli atti delle visite pastorali descrivono un
edificio in cattive condizioni, in “stato deplorevole”, come scrisse Carlo
Borromeo. Solo nel corso del XIX si intervenne con la completa ricostruzione.
La chiesa
attuale ha affascinato storici e critici d’arte per la sua architettura di
influenza bramantesca. In effetti, il progetto della nuova costruzione fu
affidato all’ing. Bellati, nipote dell’architetto Giocondo Albertolli, il quale
gli donò i suoi studi, tra i quali figurava quello della cappella di
Sant’Antonio da Padova del convento di San Francesco d’Assisi di Lugano. Questa
cappella, attribuita al Bramante, fu messa in vendita dal comune di Lugano ed
acquistata dal conte milanese Andreani per la sua villa di Moncucco a
Brugherio: fu letteralmente smontata e rimontata, sotto la direzione
dell’Albertolli.
Descrizione esterna
L’esterno dell’edificio si presenta in pietre e mattoni a vista: non
fu ricoperta di intonaco per mancanza di fondi.
Sul corpo
principale quadrato si innesta, verso la piccola piazza antistante, la facciata
sormontata da un timpano e sulla quale si intravede un rosone ancora murato
sopra il portale d’ingresso, al quale si accede tramite una breve scalinata.
L’aula rappresenta
la parte maggiore della struttura ed è sormontata da un tamburo con lucernario.
Lungo il fianco destro fuoriesce il locale della sacrestia. La parte posteriore
della chiesa è visibile solo dalla strada: si notano la zona superiore
dell’abside ed il campanile che si innalza al termine del lato sinistro.
Descrizione interna
L’interno, a pianta a croce greca, risulta diviso in tre campate e in
tre navate: la principale termina con il presbiterio, mentre le due laterali
con altari; queste sono inoltre caratterizzate, all’inizio ed alla fine, da una
copertura a cupola. Le cappelle laterali dedicate a Sant’Anna ed a San Pietro
martire presenti nella chiesa precedente non sono più esistenti.
La decorazione
ad affresco, degli anni Sessanta/Settanta del Novecento, fu realizzata dai
pittori Mario Cornali e Candido Baggi.
Nella navata destra si nota, lungo la parete all’altezza della seconda campata,
un affresco raffigurante la Resurrezione
di Lazzaro; al termine, l’altare dedicato a San Bernardino da Siena (santo
a cui gli erbesi sono molto devoti e a cui è dedicata la via dove sorge la
chiesa di Santa Marta), ospita una pala ottocentesca con San Bernardino mentre assiste un malato di colera, realizzata da
Francesco Valperta, allievo di Hayez.
La zona superiore del presbiterio è caratterizzata da una decorazione a
monocromo; da destra verso sinistra si riconoscono: la Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, il Sacrificio di Isacco, il Sacrificio di Melchisedec e il Peccato originale.
Nella parte sommitale della navata sinistra, l’altare dedicato a Maria
Santissima è ornato da una tela secentesca di Luigi Pellegrino Scaramuccia che
frequentò la bottega di Guido Reni: l’Incoronazione
della Vergine tra santi. Rimanendo nella stessa navata, si può osservare
sulla parete l’affresco raffigurante Gesù
a casa di Marta, Maria e Lazzaro, situato di fronte a quello della Resurrezione di Lazzaro.
Infine, la navata principale
presenta una volta con cupola e lucernario; sulle vele sono rappresentati i quattro
Evangelisti.
Bibliografia
f. isacchi,
Le chiese di Erba, in «Quaderni
Erbesi», V, Como, 1982
f. mauri, La pergamena
di S. Marta, Erba, 2002
Accessibilità
Domenica e festivi.