Origine
Medievale.
In origine, Santa Maria in prato (il cui nome deriva dal luogo su
cui sorse, un tempo occupato da un vasto prato) era una semplice cappella,
modificata nel corso dei secoli. Durante l’epidemia di peste del 1327 fu
trasformata in lazzaretto. Fu ampliata sicuramente entro il 1579, quando a
Longone venne fondata la
Confraternita del Santo Rosario, alla quale fu affidata la cura
della chiesa. Nel 1765 fu completamente ricostruita in stile barocco, in
seguito ad un crollo. Nel corso degli scavi per le fondamenta del nuovo
edificio religioso, fu riportata alla luce un’ara pagana dedicata ad Ercole
Invincibile, che oggi risulta dispersa. I lavori di ricostruzione si
protrassero fino al 1840, anno in cui fu completata la facciata. Nel 1920 fu
restaurata perché, durante la prima guerra mondiale, venne trasformata in
caserma militare.
Il ritrovamento
dell’ara romana testimonia la continuità tra i luoghi di culto romani ed i
luoghi di culto cristiani: con l’affermarsi del cristianesimo, cappelle e
chiese furono edificate al posto di templi pagani, per ribadire la supremazia
della nuova religione.
Descrizione esterna
La chiesa di Santa Maria è collocata all’esterno del centro storico di
Longone, nei pressi del cimitero.
La facciata,
sormontata da un timpano, è tripartita da quattro lesene. Sulla falda destra
del tetto si innesta il campanile a vela.
Nel piccolo
piazzale di fianco alla costruzione sorge il monumento ai caduti.
Descrizione interna
L’interno si presenta con un’aula ad unica navata su cui si innesta il
presbiterio semicircolare. La decorazione ad affresco fu eseguita in anni
recenti, nel 1969, dal pittore Vilasco Fiorentino.
Sulla volta della navata sono raffigurate l’Assunzione
della Vergine al centro, Ester e Giuditta, nei tondi laterali; sull’arco
che divide l’aula dal presbiterio, un Crocifisso è sorretto da angeli.
La volta dell’area presbiterale presenta invece la Trinità ed i busti di Ruth
e Rebecca.
Le pareti dell’abside recano le figure dei Santi
Gioacchino ed Anna, ai lati della pala d’altare, la Madonna del Rosario, opera datata e firmata da Pompeo Nasello
Ferro: “g. p. pompeius nasellus ferrus f 1586”. La Vergine consegna un cesto di rose a san Domenico,
colui che ha maggiormente contribuito alla diffusione del culto del Rosario, i
cui Misteri sono rappresentati nei riquadri intorno alla scena principale; nella
fascia inferiore sono ritratti alcuni protagonisti della battaglia di Lepanto,
vinta dalla Lega Santa grazie al miracoloso intervento della Vergine del
Rosario.
L’altare è
inoltre è caratterizzato da un paliotto in scagliola realizzato nel 1714 da
Pietro Solari.
Tornando nella
navata, all’inizio del fianco sinistro è collocata una
statua della Madonna del Rosario; sulla controfacciata infine è appeso un ritratto di
prelato.
Bibliografia
v. longoni, Immagini della devozione nel Triangolo
Lariano, Canzo, 2000
a. marieni, All’ombra della torre: Longone al Segrino
nella storia e nelle sue antiche tradizioni, 1990.
Accessibilità
Si