Frazione/Località
Dicinisio
Origine
La
prima citazione di questo edificio risale al 1570, quando fu ricordato nei
documenti della visita pastorale di san Carlo Borromeo; fu più volte
rimaneggiato e ampliato nel corso dei secoli.
Descrizione esterna
Gran parte della struttura esterna è a pietre a vista. Presenta una
facciata a capanna sulla quale si aprono il portale, sormontato da un timpano
spezzato, e tre monofore con l’arco a tutto sesto: due affiancano il portale
d’ingresso, mentre la terza è collocata alla sommità della facciata.
Lungo il fianco
sinistro si possono notare una torre campanaria e un corpo che fuoriesce
dall’edificio principale: è il locale della sacrestia.
Descrizione interna
Dalla pianta settecentesca di Carlo Mazza si possono osservare le
modifiche che subì la chiesa dopo quel periodo: infatti tale pianta non
corrisponde totalmente all’attuale. L’abside è rettangolare e, alla sua
sinistra, è stata aggiunta la sacrestia; mantiene l’aula ad unica navata.
All’interno sono
conservati degli affreschi, opere del 1915 realizzate dal decoratore Paolino
Galimberti da Valbrona e restaurate nel 1941 dal pittore Giovanni Sormani.
Sulla volta dell’aula sono raffigurati, in tre riquadri distinti, l’Annunciazione, l’Assunzione della Vergine e l’Incoronazione
della Vergine.
Nell’area presbiterale, le lunette della volta ospitano Angeli, mentre l’altare è ornato da un’antica pala che può essere
datata alla fine del XV secolo: essa rappresenta un’Adorazione del Bambino tra santi; nella cimasa, la parte superiore,
fu inserita successivamente un’Incoronazione
della Vergine del XVII secolo.
Bibliografia
v. longoni, Immagini della devozione nel Triangolo
Lariano, Canzo, 2000
c. mazza, Memorie storiche della Vallassina,
manoscritto, 1796; in Memorie storiche
della Vallassina: dal manoscritto del 1796, a cura della Biblioteca Comunale di Asso, Asso, 1995
c. meroni,
Antichi edifici religiosi del Triangolo
Lariano, Varese, 2011
Accessibilità
Altro