Frazione/Località
Bindella
Origine
L’origine dell’edificio, più precisamente del luogo di culto in cui sorge
Sant’Ambrogio, è sconosciuta, ma quasi sicuramente antica, precedente al XV
secolo: infatti, durante i lavori di restauro che interessarono il biennio
1988- 1989 tornò alla luce, oltre ad un ossario ed agli affreschi, una tomba di
origine medievale.
Descrizione esterna
Si accede alla chiesa tramite una gradinata che culmina in un piccolo
sagrato. Sulla facciata a capanna si aprono una lunetta ed un portale in
ghiandone, sormontato da un timpano spezzato che ospita una nicchia con la
statua del santo titolare, Ambrogio.
Lungo il lato
sinistro, due strutture fuoriescono dalla quella principale: il campanile e la
sacrestia.
Descrizione interna
L’interno si presenta con un’aula ad unica navata divisa in due
capate, sulla quale si innesta il presbiterio quadrangolare; esso fu modificato
sicuramente dopo il 1584: nella planimetria commissionata da san Carlo Borromeo
e conservata tra i documenti dell’Archivio Storico Diocesano di Milano, si nota
infatti che il presbiterio a quell’epoca era semicircolare.
Come è già stato ricordato, durante i restauri del 1988/1989 sono riemersi,
sotto uno strato di intonaco, degli affreschi sulla parete destra dell’aula. Sono
dipinti dell’inizio del Cinquecento, attribuibili a Giovanni Andrea De
Magistris: alcuni studiosi hanno riscontrato delle similitudini tra San Rocco e la stessa figura
rappresentata nella Madonna in trono con
Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano, conservata nella chiesa di San
Fedele a Como; inoltre, si possono notare analogie compositive e stilistiche
con la stessa scena raffigurata nella chiesa San Pietro a Buccinigo.
Non tutti i riquadri
sono perfettamente conservati, ma si riconoscono: San Michele Arcangelo che uccide il drago, una Crocifissione con la
Vergine, san Giovanni e la Maddalena, un Santo vescovo (sant’Ambrogio?), San Sebastiano e San Rocco. San Sebastiano
sembrerebbe una figura preesistente, quasi sicuramente realizzata da una mano
diversa, per i suoi tratti arcaici che poco hanno in comune con lo stile del De
Magistris.
Degno di nota è l’altare ligneo del presbiterio, decorato da statue di angeli e
da quella di sant’Ambrogio; è opera della bottega del Fantoni, membro di una
famiglia originaria della Val Seriana che si occupava di intaglio e di
scultura. Tale altare incornicia la pala, di autore ignoto, raffigurante la Madonna con Bambino e sant’Ambrogio e, nella
cimasa, Dio Padre.
Bibliografia
f. isacchi,
Le chiese di Erba, in «Quaderni
Erbesi», V, Como, 1982
f. isacchi,
Attività annuale del museo, in
«Quaderni Erbesi», XI, 1988
v. longoni,
Umanesimo e Rinascimento in Brianza.
Studi sul patrimonio culturale, Martellago, 1998
c. meroni,
Antichi edifici religiosi del Triangolo
Lariano, Varese, 2011
a. m. pedrocchi,
voce Fantoni, in Dizionario Biografico degli Italiani, XLIV, a cura dell’Istituto
della enciclopedia italiana, Roma, 1994
Accessibilità
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