Origine
È
ignoto il periodo di costruzione dell’oratorio; la prima citazione si trova nei
documenti della visita dei delegati del cardinale Carlo Borromeo, i sacerdoti
Cermenati e Pessina. L’edificio antico corrispondeva all’attuale presbiterio;
in un secondo momento fu aggiunta l’aula.
Descrizione esterna
L’esterno, in pietra, è caratterizzato da una facciata
a capanna in cui si aprono il portale e tre finestre, due ai lati e una nella
parte superiore. Un’altra porta di accesso è collocata sula lato sinistro
dell’edificio, prima della sacrestia, riconoscibile in quanto parte aggettante
rispetto al resto della struttura.
Descrizione interna
L’interno si presenta con un’aula ad unica navata,
divisa in due campate e coperta da un tetto a capriate lignee, e con un
presbiterio di dimensioni minori, a sinistra del quale si accede alla
sacrestia. Il presbiterio costituiva la primitiva cappella a cui fu in seguito
aggiunta l’aula.
La parte più interessante dell’intero
edificio è proprio l’area presbiterale decorata da un ciclo di affreschi
cinquecenteschi che, purtroppo versa in un cattivo stato di conservazione a
causa delle infiltrazioni di umidità, che hanno provocato crepe e cedimenti
dell’intonaco di supporto, ma non solo: anche a causa di furti; due figure,
infatti, sono state strappate ed asportate illegalmente nel 1991 e nel 1995.Inoltre, come dimostra la
troncatura della zona superiore degli affreschi della parete di fondo, il
presbiterio fu alzato in un secondo momento, durante uno degli ampliamenti a
cui fu soggetto l’edificio (probabilmente tra il XVII e il XVIII secolo): la
volta quindi non è più l’originale. Quella attuale, a
botte, è decorata da un manto di stelle che circondano una croce, mentre nella
lunetta del muro verso est è rappresentato il sole che sorge.
I dipinti più antichi si trovano su due
pareti.
A destra, l’ignoto
pittore ritrasse l’insolita figura di San Lucio, poco leggibile: reca tra le
mani una forma di formaggio e ne porge una fetta ad un personaggio alla sua
destra; la rappresentazione di questo santo non è molto diffusa, ma in zona la
si ritrova in San Pietro a Barni (mal conservata) e in San Pietro al Monte a
Civate (Madonna in trono con Bambino tra
i santi Pietro, Paolo, Tommaso e Lucio).
Sulla parete di fondo del presbiterio, la decorazione è divisa in due fasce.
Nella fascia inferiore rimangono le sinopie della Madonna in trono con Bambino, al centro, e di San Rocco, alla destra di questa, mentre alla sua sinistra è
conservato San Sebastiano. In quella
superiore, una Crocifissione (con la Vergine e san Giovanni) è
affiancata dall’Annunciazione: in due
tondi sono raffigurati la Vergine
annunciata e l’Angelo annunciante.
Questi affreschi
possono essere attribuiti a Lazzaro Gerosa, lo stesso autore dei dipinti di San
Gregorio a Caslino d’Erba: tale ipotesi è stata formulata basandosi su
raffronti stilistici e compositivi tra le due opere.
Bibliografia
a. marieni, Castelmarte e la sua storia,
Castelmarte, 1993
c. meroni, Antichi edifici religiosi del Triangolo
Lariano, Varese, 2011
Accessibilità
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