Frazione/Località
Cassano
Origine
Medievale.
La prima citazione dell’edificio è contenuta nel Liber Sanctorum Mediolani redatto nel
XIII secolo, ma la sua origine è sicuramente più antica: campagne di scavo,
infatti, hanno riportato alla luce resti di una cappella di epoca longobarda
(appartenente probabilmente ad una famiglia nobile), sui quali fu costruita una
chiesa carolingia che fu ampliata tra l’XI e il XII secolo e riedificata nel Quattrocento.
Il campanile è stato datato alla seconda metà dell’XI secolo.
Descrizione esterna
Nonostante la maggior parte della chiesa sia una ricostruzione di
epoca posteriore, l’esterno mantiene l’aspetto romanico con pietre a vista e
facciata a capanna con portale sormontato da una finestra a lunetta.
Sul lato destro
dell’edificio si può notare un affresco raffigurante la
Madonna con Bambino, recante la scritta: “qvae dissita privs existeban incomparabili tva meditatione in vnvm
conivnxisti”; una targa ricorda che “gli
abitanti di cassano preservati dal cholera nel 1867 riconoscentissimi ponevano”.
All’area
absidale rettangolare è annessa la sacrestia, locale secentesco che fuoriesce
dal corpo principale della chiesa. Vicino ad essa si incontra la caratteristica
torre campanaria, sulla quale si aprono (su tutti e quattro i lati ed in
sequenza) tre ordini di feritoie e due ordini di bifore; si noti la sua forte
pendenza verso sinistra, causata da un cedimento del terreno.
Descrizione interna
L’interno è costituito da un’aula ad unica navata, con copertura a capriate
lignee, divisa in due campate da un arco a sesto ribassato in mattoni; in mattoni
è anche l’arco ogivale del presbiterio che presenta una volta a crociera.
Procedendo
dall’ingresso verso destra, sulla parete della seconda campata si possono
osservare l’arco di un’antica porta oggi murata, sopra la quale ci sono dei
lacerti di affreschi.
Le pitture meglio conservate sono quelle dell’area presbiterale, realizzate da mani
differenti.
Sulla parete
destra “iacobus de mogliana” e “thomax de meron” commissionarono, nel
corso del Cinquecento, ad un artista ignoto la
Crocifissione tra san Pietro e un santo cavaliere, quest’ultimo con
la palma del martirio ed una lancia spezzata. Ad un’epoca anteriore, tra la
fine del XV secolo e l’inizio del successivo, risalirebbero i restanti
affreschi dell’abside, a partire dal
San
Bernardino da Siena
della stessa parete: egli fu ritratto con il sole
raggiato e tre mitrie ai suoi piedi, in quanto durante la sua vita aveva
rifiutato tre episcopati.
Sul muro di
fondo, da sinistra verso destra si incontrano:
Madonna del latte, santo francescano, Dio Padre e due angeli (il
santo francescano non è riconoscibile a causa della presenza di Dio Padre e del
tabernacolo che ne nasconde in parte la figura),
Madonna in trono con Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano,
sormontata da una
Crocifissione, e Madonna in trono con Bambino e san Pietro.
La
Madonna in trono con Bambino tra i
santi Rocco e Sebastiano
, al centro, è firmata sul gradino del trono da
Gian Giacomo De Magistris, fratello del più celebre Giovanni Andrea; le figure
sono rappresentate all’interno di un unico spazio, diviso in un trittico
architettonico.
Sulla restante
parete dell’area presbiterale è appesa una tela rappresentante una
Crocifissione tra i santi Pietro e Francesco,
opera firmata nel 1646 da Carlo Fontana.
Tornando
nell’aula, al lato opposto di quello già descritto si può osservare un ultimo
affresco abbastanza degradato raffigurante una
Crocifissione tra i santi Pietro e Antonio abate e una santa,
probabilmente
Caterina d’Alessandria,
databili all’inizio del XVI secolo. Potrebbero essere opera dello stesso autore
che realizzò il riquadro con
la
Madonna in trono con Bambino e san Pietro sulla
parete di fondo del presbiterio: vi si può riconoscere, confrontandoli con
altre opere certe dell’artista, la mano di Giovanni Andrea De Magistris.
Bibliografia
v. longoni, Immagini della devozione nel Triangolo
Lariano
, Canzo, 2000
c. meroni, Antichi edifici religiosi del Triangolo
Lariano
, Varese, 2011
o. zastrow, L’arte romanica del comasco, Lecco, 1982
Accessibilità
Domenica e festivi