Origine
Medievale.
La chiesa sorse, probabilmente sul luogo di un edificio
preesistente, durante il XII secolo; la datazione del campanile, invece,
oscilla tra il XII e il XIV secolo. Nel corso della sua storia subì modifiche
ed ampliamenti che le conferirono l’aspetto che mantiene ancora oggi.
Descrizione esterna
L’esterno dell’edificio denuncia la sua origine romanica.
A destra della
facciata si innesta l’alto campanile che presenta più ordini di feritoie,
monofore e bifore, divisi tra di loro da archetti pensili. Sulla facciata a
capanna, in pietre a vista tranne l’estremità sinistra, si aprono un portale
maggiore, due porte minori, una monofora ed un elegante rosone.
Il portale
marmoreo, risalente alla fine del secolo XV, fu realizzato dalla bottega degli
scultori Rodari, autori delle sculture e dei rilievi del Duomo di Como.
Esternamente alla struttura principale, a sinistra e a destra, si trovano due
bassorilievi raffiguranti la Visitazione
e la Decollazione del Battista,
sormontati da due nicchie che ospitano rispettivamente le statue di San Giovanni apostolo e un altro santo
non riconoscibile; ai lati del portale, sei nicchie racchiudono altrettante
sculture: in senso orario, partendo da sinistra, si incontrano San Rocco, Santa Caterina d’Alessandria, San
Paolo, San Pietro, Santa Lucia (?) e San Sebastiano; sopra l’architrave, ornata da un fregio floreale
con due chiodi della Passione, la lunetta presenta un bassorilievo con il Battesimo di Cristo, mentre l’arco reca
le effigi di alcuni Profeti,
affiancate dall’Annunciazione.
Sul lato
sinistro della chiesa si trova il Parco delle Rimembranze.
Descrizione interna
L’interno è formato da un’aula ad unica navata, divisa in sei campate
da archi ogivali; il presbiterio è diviso in tre cappelle.
Entrando si è accolti, sulla sinistra, da una stele funeraria di gusto
neoclassico che occupa la prima campata; proseguendo lungo il fianco sinistro,
sulle pareti delle altre campate si incontrano, in ordine: una tela raffigurante San Bernardino da Siena, databile alla seconda metà del XVI secolo
(seconda campata); una Conversione di san Paolo
secentesca realizzata da Giovanni Battista Trotti, detto il Malosso (terza campata);
un Sant’Ambrogio
del XVII secolo (quarta campata); un affresco quattrocentesco, di autore ignoto, con la Madonna in trono con Bambino e san Giovanni Battista (sesta
campata).
La parete del presbiterio, aperta in tre cappelle ad archi a tutto sesto, è
affrescata da Angeli musicanti,
databili al XVII secolo e attribuibili alla bottega del Fiammenghino.
La cappella di sinistra, dedicata alla Madonna del Rosario, è ornata da
stucchi, affreschi e tele secenteschi. Sulla volta sono raffigurati gli Evangelisti, mentre sulla parete di
fondo, intorno all’altare, tondi racchiudono i Misteri del Rosario; conclude la decorazione di questa cappella una
serie di tele raffiguranti le Storie
della Vergine.
L’abside presenta affreschi fortemente ridipinti in epoca recente; nel sottarco
di quest’area, ma anche delle cappelle laterali, sono stati rappresentati Profeti e Sibille.
L’altare di destra ospita una pala con il Martirio
di san Bartolomeo; la parete sinistra, invece, è coperta da alcuni ex voto,
tele secentesche che rappresentano Santi
e Un fulmine caduto sul campanile di San
Giovanni.
Tornando nella
navata, la parete opposta a quella analizzata in precedenza presenta: un lacerto di affresco quattrocentesco raffigurante
San Cristoforo (sesta campata); San
Bernardino da Siena, affresco cinquecentesco (sul piedritto tra quinta e
quarta campata); una tela con la Madonna in trono con
Bambino e una santa e una con la Deposizione
dalla croce, entrambe secentesche (quarta campata); Apostoli,
opera realizzata da Vincenzo Campi nel 1577 (terza campata); il battistero (prima campata).
Questo edificio
è un luogo di culto importante in quanto custodisce un chiodo della croce di
Gesù (ciò spiega la decorazione dell’architrave del portale di ingresso). Secondo
una leggenda, infatti, un vescovo tedesco, di ritorno al paese natale dopo aver
partecipato alla prima crociata, si fermò a Torno a riposare; qui lasciò il
chiodo della croce di Gesù che portava con sé, perché il maltempo gli impediva
di proseguire. Da quel giorno la reliquia è conservata nella chiesa di San
Giovanni e viene mostrata ai fedeli due volte l’anno.
Bibliografia
c. cavalmoretti,
g. manfredi, p. mÜller, La chiesa di San Giovanni a Torno (Como): breve guida per una visita e
il restauro della facciata nel 1999, Como, 2000
c. meroni,
Antichi edifici religiosi del Triangolo
Lariano, Varese, 2011
Accessibilità
Si