Origine
Medievale.
La chiesa originaria dedicata a San Giovanni Evangelista,
prepositurale della pieve di Asso, è testimoniata a partire dal 1018: si tratta
della data riportata su un documento in cui viene ricordata la promessa fatta
dai bellagini all’abate del monastero di Sant’Ambrogio di Milano di non
litigare per un appezzamento di terreno. Della struttura di questo primitivo
edificio, però, non rimane più alcuna traccia, in quanto fu demolito nel 1634 e
ricostruito una decina d’anni più tardi su progetto dell’ing. Rusconi. Tale
progetto non fu pienamente rispettato e la facciata fu terminata solo nel 1962.
Nel corso della sua storia cambiò anche la titolazione: prese quella
dell’annesso battistero (oggi chiesa del Crocifisso).
La consacrazione
dell’attuale costruzione avvenne nel 1752 ad opera del cardinale Giuseppe
Pozzobonelli.
Descrizione esterna
Preceduto da un’ampia scalinata, l’edificio è caratterizzato da un’imponente
facciata, divisa in due ordini e ripartita da lesene con semicapitelli ionici.
Nell’ordine
inferiore si possono notare il portale sormontato da un timpano, due nicchie
vuote e due lapidi, simmetriche rispetto al portale: le lapidi ricordano papa
Pio XI, che trascorse le vacanze ad Asso, e suo zio, don Damiano Ratti,
prevosto dal 1860 al 1891.
L’ordine
superiore è ornato da una finestra centrale, da due nicchie e, alle estremità,
da volute.
L’alta torre
campanaria si innalza lungo il fianco destro della chiesa: la sua edificazione
fu ordinata da san Carlo in seguito alla sua visita pastorale (1570) e fu
portata a termine nel 1639.
Descrizione interna
L’interno si presenta come un’aula ad unica navata, coperta da volta a
botte, sulla quale si innesta il presbiterio semicircolare; lungo entrambi i
fianchi si aprono delle cappelle. La volta della navata è decorata al centro da
un affresco che rappresenta la Gloria di
sant’Apollonia, compatrona della chiesa di Asso.
Sulla controfacciata sono collocate, oltre all’organo, due tele ovali
settecentesche: a destra dell’ingresso San
Giuseppe con il Bambino, mentre a sinistra il Battesimo di Cristo, entrambe di autore ignoto.
Procedendo lungo
il lato destro, la prima opera che si incontra è un olio su tela raffigurante Santa Marta, santa Maddalena e san Lazzaro
che liberano la città di Tarascona dal drago, opera attribuita a Carlo
Francesco Nuvolone; essa ornava l’altare maggiore della chiesa di Santa Marta,
oggi non più esistente.
Sopra l’arco d’accesso alla cappella di Sant’Antonio da Padova, Raffaele
Casnedi dipinse (nella seconda metà dell’Ottocento) la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre.
La cappella successiva, dedicata alla Madonna del Rosario, è ornata da un ricco
apparato decorativo che comprende, nella parte superiore delle pareti e nella
volta alcuni riquadri affrescati da Fausto Conedotti (1926-28): Pio V e la visione della vittoria nella
battaglia di Lepanto, Annunciazione,
Angeli, Incoronazione della Vergine, Angeli,
Crocifissione e Leone XIII che dona alla cristianità l’enciclica che esalta la pratica
del Santo Rosario.
Vicino
alla cappella è situato il fonte battesimale in legno dorato della fine del
Seicento.
Nell’area presbiterale impossibile non notare l’altare maggiore, sovrastato da
un ricco ciborio (1680 circa) in legno dorato intagliato con figure di Angeli e
Santi; la lunetta soprastante è decorata da un affresco del Casnedi: la Predicazione di san Giovanni Battista nel
deserto. Sulle pareti laterali sono situate due tele realizzate tra il
Seicento ed il Settecento: la Nascita di
san Giovanni Battista (a sinistra) di autore ignoto e la Decollazione del Battista di Van Dael,
pittore fiammingo.
Tornando
nell’aula, tra presbiterio e cappella del Sacro Cuore, si incontra il pulpito ligneo nero e dorato
sorretto dai quattro Evangelisti che svolgono la funzione di telamoni, opera di
Fedele Pirovano del 1685. La cappella del sacro Cuore, con simulacro di san Feliciano martire, era in
origine dedicata a Santa Marta: qui vi era collocata la tela del Nuvolone
citata poco sopra.
Di fronte alla parete che ospita la Cacciata
dal Paradiso è situato un altro affresco del Casnedi raffigurante la Fuga in Egitto; esso è posto sopra
l’arco che immette nell’atrio di accesso laterale alla chiesa.
Infine, nella prima cappella a sinistra la pala d’altare è costituita da un’Annunciazione attribuita a Giulio Cesare
Campi, realizzata nel 1570 circa; essa, probabilmente, fu donata dalla famiglia
Sfondrati, feudataria della Vallassina.
Bibliografia
c. manaresi, Gli atti privati milanesi e comaschi del
secolo XI, vol. I, Milano, 1933
c. mazza, Memorie storiche della Vallassina,
manoscritto, 1796; in Memorie storiche
della Vallassina: dal manoscritto del 1796, a cura della Biblioteca Comunale di Asso, Asso, 1995
r. nava, La chiesa prepositurale di Asso, Asso,
2011
a. palestra, Visite Pastorali alle pievi milanesi 1423-
1856, vol. I, Firenze, 1977
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