Origine
Medievale.
Alcuni storici ritengono che un primo edificio religioso dedicato ai
Santi Quirico e Giulitta fosse sorto in età carolingia: la
popolazione governata
da lunghi anni da Carlo Magno era infatti molto devota a queste due figure.
Nel 1520 fu
avviata la ricostruzione sul luogo in cui sorgeva una chiesa preesistente,
sicuramente realizzata prima del 1453: questa, infatti, è la data riportata sul
documento più antico che testimonia la sua esistenza. Non sono emerse fonti
precedenti.
Un secolo dopo,
nel 1626, furono effettuati restauri ed ampliamenti che riguardarono
soprattutto l’area presbiterale e le cappelle laterali.
Descrizione esterna
La facciata, ricostruita nel 1929, è a salienti e ricoperta di pietra
bianca e rosa. È suddivisa in tre parti (che dovrebbero rispecchiare la distinzione
interna in tre navate) ognuna delle quali dotata di una porta d’ingresso: le
due laterali sono sormontate da lunette affrescate con
Angeli, mentre quella principale, preceduta da un protiro, presenta
una lunetta decorata da un affresco di fattura recente che riprende quello più
antico conservato all’interno della chiesa: vi sono raffiguranti la
Madonna del latte tra un santo guerriero e
san Giovanni Battista
.
Lungo il fianco
sinistro, si innalza il campanile.
La chiesa
parrocchiale dei Santi Quirico e Giulitta è affiancata dall’oratorio di Santa
Marta.
Descrizione interna
Come è già stato scritto poco sopra, la facciata tripartita dovrebbe
rispecchiare la distinzione in tre navate; l’interno della chiesa però è
abbastanza singolare, in quanto solo le prime due campate sono divise in tre
navate: il resto è costituito da un’aula ad unica navata con quattro cappelle
laterali (due per fianco) ed il presbiterio.
Appena entrati, sulla destra, si può osservare una tela secentesca raffigurante
Sant’Antonio da Padova con il Bambino ed offerente,
ritenuta dono di un membro della famiglia Bellini. Proseguendo, nella seconda campata, si notano un
Crocifisso ligneo ed il simulacro di Cristo morto.
La prima cappella che si incontra lungo il fianco destro è dedicata a san Carlo
Borromeo: la pala, racchiusa in una ricca cornice marmorea come il resto
dell’altare, raffigura
San Carlo in
adorazione del Crocifisso
. L’affresco sulla parete sinistra, San Carlo visita gli appestati, è di
fattura recente, mentre quello sulla volta con
Dio Padre risale ai rifacimenti a cui fu soggetto l’edificio tra il
XVII ed il XVIII secolo.
Tra questa cappella e la successiva è collocato l’organo il cui mobile
intagliato risale ai primi anni del Settecento: si tratta di un’opera di
Baldassarre Maranese e Giovanni Albiolo di Bellagio.
Nell’ultima campata destra, la cappella di San Francesco ospita sull’altare una
pala con
San Francesco sorretto da due
angeli
; degni di nota sono anche gli affreschi della parete destra e della
volta, realizzati dal pittore intelvese Giulio Quaglio e incorniciati da
stucchi:
Flagellazione di Cristo
sulla parete, Cristo nell’orto degli
ulivi
, Resurrezione e Salita al Calvario sulla volta (l’ultima
scena ha subito pesanti ridipinture).
Le pareti del presbiterio sono completamente ricoperte da affreschi eseguiti da
due differenti mani. La parete di fondo presenta il
Martirio dei santi Quirico e Giulitta realizzato nel 1712 da Giulio
Quaglio (come riportato dalla firma in basso a destra: “ivlivs qvalevs pt. anno mdccxii”), autore anche della
Gloria dei santi sulla volta e delle Virtù che decorano le lunette. Sulle
pareti laterali, invece, è intervenuto un altro artista, il cui nome è ignoto:
ha eseguito
Il martirio di Quirico a
destra e
Il martirio di Giulitta a
sinistra.
Tornando
nell’aula, procedendo dal presbiterio verso la controfacciata, si incontra la cappella dedicata alla Madonna di
Caravaggio: in essa vi sono conservate due tele secentesche, l’
Apparizione della Vergine alla beata
Giannetta di Caravaggio
(pala d’altare) e l’Immacolata (parete destra), e affreschi attribuiti all’ambito dei
Recchi, raffiguranti episodi della
Vita
della Vergine
ed incorniciati da stucchi.
Di fronte al già ricordato organo sono collocati il pulpito ligneo
settecentesco e l’olio su tela del XVII secolo raffigurante il vescovo
Sant’Emidio che in parte cela un
affresco realizzato tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento: vi
si riconosce un paesaggio urbano con un santo.
La seguente cappella, ornata da un ricco apparato di stucchi, è di incerta
dedicazione, in quanto anche le fonti sono discordanti: alcune parlano di san
Giovanni Battista, altre di san Giovanni Evangelista, come sembrerebbe
dimostrare la presenza di un affresco con l’evangelista accompagnato
dall’aquila; in realtà esso non può costituire una prova certa, in quanto fu
realizzato in un’epoca successiva all’erezione della cappella. La pala d’altare
è costituita da un olio su tela raffigurante la
Madonna con Bambino e santi.
Le prime due
campate del fianco sinistro ospitano una tela con l’
Adorazione
dei Magi
e il battistero: sulla parete sono collocati l’affresco con la Madonna del latte tra un santo guerriero e
san Giovanni Battista
, che un tempo decorava la lunetta sopra il portale
maggiore, e un bassorilievo con la
Madonna
con il Bambino ed il donatore
.
Infine, sulla controfacciata sono appese due tele: l’Adorazione dei Magi e la Natività di autore ignoto.
Bibliografia
c. garagnani, Lezzeno. Note storiche artistiche culturali
leggende e documenti
, Milano, 1990
c. meroni, Antichi edifici religiosi del Triangolo
Lariano
, Varese, 2011
p. pensa, Noi gente del Lario, Como, 1981