Manufatto:
castello detto dei
Sormani
Localizzazione:
via Castello
Datazione:
non determinabile
Interpretazione:
cinta muraria esterna di un castello
Descrizione:
Porzione residua di cinta
muraria esterna di un castello: la muratura, realizzata con blocchi in pietra
disposti in corsi regolari, è conservata solo nella parte basale.
I merli del tipo “a coda di
rondine” (detti anche merli ghibellini) sopra la muratura residua sono
stati aggiunti negli anni Sessanta del XX secolo, così come la pusterla con
portale in serizzo, lo stemma dei Sormani e la lapide murata a ricordo,
nell'ambito di un intervento di restauro e di ricostruzione della struttura
muraria.
La lapide moderna riassume
la vicenda del sito segnalando la presenza sotto le mura dei resti di un
castello di cui i Sormani avrebbero avuto il possesso dall'epoca altomedievale
fino alla fine del XII secolo quando Sormano divenne libero comune ed entrò a
far parte del “quartiere chiamato Monte di Sera” (nome dell'entità
territoriale di cui facevano parte, con Sormano, le comunità di Brazova, Caglio
e Dicinisio). Il castello venne poi distrutto nel 1555 dagli Spagnoli.
Le fonti storiche e
d'archivio offrono alcune interessanti informazioni, come il documento del XII
secolo, segnalato nel contributo su Sormano pubblicato nel 2002 dagli studiosi
dell'Istituto d'Arte Lombarda: viene qui citato Ottone di Sormano,
figlio di Anselmo, che in quanto alleato fedele dell'imperatore Federico I per
questo motivo avrebbe visto risparmiato il suo castello dall'abbattimento che
il Barbarossa aveva, invece, decretato per altri analoghi edifici nel
territorio lariano.
Risale alla prima metà del
XV secolo (1421) un atto di
compravendita di case e terreni a Sormano in cui troviamo citato il castello
come toponimo: nei suoi pressi si trovava una pianta di castagno, anche questa
indicata nell'accordo di vendita tra due privati. Alla fine dello stesso secolo
(1491), in un documento in cui sono citati i Sormani, compare un riferimento ad
un terreno localizzato post castrum: tale indicazione andrebbe a
confermare che, alla fine del XV secolo, il castello fosse ancora integro.
Nel 1555 il castello venne
distrutto dalle truppe spagnole del capitano Pozzo, inviato ad Asso dal
governatore di Milano per eseguire le disposizioni dell'imperatore Carlo V
d'Asburgo (1500-1558) nel Triangolo Lariano; questi aveva stabilito di
abbattere le architetture fortificate presenti nel Ducato di Milano, non solo
per il gravoso costo della loro manutenzione, ma anche per non lasciare ai
nemici luoghi di potenziale arroccamento.
I ruderi dell'abbattuto
castello due secoli dopo vennero visti da Carlo Mazza, che nelle sue Memorie
storiche del 1796 annota che “[...] a
Sormano v’ha un fondo che, dall’esistenza dell’antico forte, porta ancora il
nome di “Castello” . L’area che si può credere fosse in esso compresa è vasta e
domina assai bene tutto il dintorno. In detta terra, come nell’altra di
Dicinisio, esistono ancora due torri con grosse muraglie [...]”.
I resti della struttura fortificata, di proprietà privata, vengono ricordati nel Censimento
dei Castelli della Lombardia, pubblicato nel 1991
da Regione Lombardia (Settore Cultura e Informazione – Servizio Musei e Beni
Culturali) a cura di F.Conti, V.Hybsch, A. Vincenti dell'Istituto Italiano
dei Castelli.
Gli studiosi, pur sottolineando che l'intervento effettuato negli anni Sessanta
del XX secolo ha consolidato l'insieme murario, tuttavia osservano che la
“ricostruzione-restauro” della struttura ha portato ad una diversa percezione
del monumento rispetto a quello che doveva essere in origine , “tanto più che
gli inserimenti moderni sono stati eseguiti con la stessa pietra delle murature
antiche, rendendo impossibile distinguere le aggiunte dalle parti d'epoca” e
non rendendo così possibile una datazione certa della cinta muraria nella sua
porzione originaria.
Ad oggi non risultano essere state effettuate
indagini sugli alzati murari superstiti, né
saggi di scavo alla base.
Bibliografia e
sitografia essenziale (a cui si
rimanda per bibliografia e sitografia precedente)
AA.VV., Il Triangolo Lariano, a cura di Istituto
per la Storia dell’Arte Lombarda, Como 2002, p. 205.
AA.VV., Torri, Rocche, Fortezze e Castelli nel
Triangolo Lariano, a cura di Associazione Appuntamenti Musicali nel
Triangolo Lariano (DVD con immagini e schede), Como 2008.
AA.VV., Torri e Castelli del Triangolo Lariano
(carta itineraria), Como 2009.
Conti F., Hybsch V., Vincenti A., I castelli della Lombardia, Province di Como, Sondrio, Varese,
Novara 1991, p. 102.
Longoni
V., Fonti per la storia del Triangolo Lariano. Il Medioevo, Canzo 1999,
p. 75.
(con
fonti documentarie riportate sul castello: nn. 368, 400)
Mazza
C., Memorie storiche della Vallassina dal manoscritto del 1796 di Carlo
Mazza, Biblioteca Comunale di Asso, Asso 1984, p. 165.