Il Monte S.Primo, coi suoi 1682 mt, è la cima più alta del Triangolo Lariano e anche uno dei punti più panoramici. Dalla sommità il passaggio che si presenta è molto affascinante e ampio di respiro: a nord la punta di Bellagio che si protende tra i due rami del lago circondato dalle montagne e a sud di dolci colline della Brianza, la pianura e l'evanescente profilo degli Appennini. Il S.Primo è stato, ed è tuttora, un punto di riferimento importamte per le genti della zona. La vetta è contrassegnata da una croce, due antenne radio ed un punto trigonometrico dell'istituto Geografico Militare, simboli della tradizione religiosa e delle moderne comunicazioni, nonchè caposaldo geografico. Già fin dall'antichità, le sue estese pendici, le "selle" ed i pianori in quota -come altri rilievi del Triangolo Lariano- sono stati luogo di insediamenti umani, con sviluppo di una florida economica "di montagna". In particolare, l'allevamento del bestiame -con la produzione dei derivati del latte vaccino e ovino- il taglio della legna usata per le costruzioni e come forma di combustibile, il taglio del fieno, sono state per secoli le attività tradizionalmente praticate dalle popolazioni di montagna, fino agli anni Quaranta circa. Andare "a munt" voleva dire condurre il bestiame all'alpe ("caricare l'alpe"). Per lasciar maggior spazio alle zone di pascolo è iniziata la progressiva eliminazione della copertura vegetale delle montagne, costituita principalmente da faggi, abeti e larici. Questo fenomeno si è protratto per molti anni e l'effetto di tutto ciò è visibile ancora oggi: infatti tutta la dorsale del Triangolo Lariano è priva di vegetazione. Non a caso uno degli alpeggi più alto della zona del S.Primo è detto Alpe Terrabiotta. E' significativo come le carte topografiche e turisitche della zona riportino ancora la colorita nomenclatura di questi alpeggi, che possono conservare un'indicazione riferita al nome del proprietario(Alpe Fusi, Alpe di Prezza Pino - diventano stranamentePrazzapén, Alpe Piotti - oggi Terz'Alpe) o al suo soprannome. Altre denominazioni sono legate al nome del paese o del nucleo abitativo più vicino, oppure alla presenza di un elemento geografico preciso (Alpe delle Ville, Alpe del Sasso, Alpe del Pontesello, Alpe della Bolla, ecc.);in qualche caso invece i nomi degli alpeggi ricordano oggetti e situazioni della vita contadina di un tempo, come l'Alpe del Giùf (il "giùf" è il giogo, cioè l'arnese di legno ricurvo, messo al collo di due buoi per formare un tiro di coppia).
Vicino a questi alpeggi non è raro trovare la presenza di altre costruzioni di supporto all'allevamento, come il "caselo" per la stagionatura dei formaggi e la "ghiacciaia" o "nevéra", dove venivano conservati con la neve i generi alimentari deperibili, come la carne macellata. Oggi sopravvivono ancora alcuni alpeggi dotati di mezzi più moderni, che però nulla tolgono a questa potenzialità ancora preziosa nel nostro territorio. Molte delle antiche costruzioni sono state abbandonate e sono andate completamente in rovina.
In alcuni casi invece hanno subito trasformazioni, diventando aziende agrituristiche o punto di appoggio per itinerari turistici. Altre sono recuperate dalla Comunità Montana per ripristinare l'attività del pascolo
Come si raggiunge
Dal Pian Rancio(973m), una strada carrozzabile porta in breve alla località Borgo S.Primo(1114m.), ampia conca a praterie con boschi circostanti, dove c'è la possibilità di parcheggio. Da qui si può raggiungere in soli 15 minuti a piedi l'Alpe del Borgo (1180m) per la via più breve.
Possibili varianti
Dall'Alpe del Borgo si possono raggiungere varie interesanti località:
il Monte Forcella (1324m; ore 0,25), dove riposarsi sui prati soleggiati o all'ombra dei vicini faggeti centenari;
l'Alpe Terrabiotta (1436m; ore 0,35) e da qui proseguire per la vetta del Monte S.Primo (1686m; ore 1; 1,35), seguendo una strada forestale che inizialmente aggira le sue pendici;
il Rifugio Martina, presso l'Alpe dei Picìtt (1231m; ore 0,30), luogo famoso un tempo per la cattura considerevole dei pettirossi ("i picìtt"). Per questo breve itinerario si parte immediatamente dalla zona del parcheggio, appena sottostante l'Alpe del Borgo.La Comunità Montana ha individuato un itinerario botanico (ore 1,40) che parte dalla località Borgo S.Primo, sale il ripido versante del Monte Ponciv, percorre il crinale fino alla cima del Monte Forcella e quindi scende all'Alpe del Borgo.
Un altro percorso botanico (ore 2,30) curato dalla Comunità Montana inizia all'Alpe del Borgo, scavalca il passo tar il Monte Ponciv e il Monte S.Primo e termina all'Alpe di Torno (o viceversa).
Le specie botaniche che si incontrano nelle varie stagioni lungo i due percorsi sono indicate in un'agevole pubblicazione a cura dell'ente.
Grado di difficoltà
elementare.